Se non ci fossero più occhi che contemplano la notte
né case bagnate da un fiume che trasporta
le replicate melodie ascoltate delle terre
lentamente attraversate,
e se non nascesse più la Luna
ad addolcire i sospiri e le lacrime
di noiosi poeti
che si ostinano a piangere per l’amore,
come quei mesti Pierrot
che vivono per lacrimare,
e se pure non ci fossero
abbastanza stelle
a illudere che altrove,
sì forse ci sia pace
e solenni giuramenti alla vita,
pure ci sarebbero almeno
una gonna fiorita e luminosa
e una testa pensosa e china;
e ci sarebbe quel gesto
che accarezza la musica
e la sprigiona dal legno,
dall’acqua, dalla notte,
dal sangue
o dalla vita
che la toglie al suo tempo